La Banca, in qualità di partecipante ai mercati finanziari, ha integrato nei processi decisionali relativi agli investimenti il rischio di sostenibilità, adeguando in modo più puntuale i prodotti e i servizi alle mutate esigenze della clientela.
In particolare, nel servizio di gestione di portafogli l'integrazione dei fattori ESG è stata implementata nel processo di investimento considerando maggiormente tali fattori soprattutto in sette specifiche linee di gestione che promuovono, tra le altre, caratteristiche ambientali o sociali, o una combinazione di tali caratteristiche, a condizione che le imprese in cui gli investimenti sono effettuate rispettino prassi di buona governance.
Per tali linee è stata rafforzata la valutazione ESG e la gestione del rischio connesso nel processo di selezione degli strumenti e dei prodotti inseribili nei portafogli, mediante l'adozione di logiche che mirano ad evitare “a monte” la possibilità di investire nei prodotti maggiormente esposti al rischio di perdita di valore per effetto del verificarsi di un evento avverso di natura ambientale, sociale o di governance. In particolare, vengono attuate sia logiche di selezione positiva, in base alle quali vengono preferite le imprese con le migliori prassi ambientali, sociali e di governance, che logiche di selezione negativa, per le quali vengono escluse dall'universo investibile le società che operano prevalentemente in settori non conformi ai principi normativi internazionali e/o le società appartenenti a settori controversi, e viene limitata altresì la selezione di strumenti per i quali non si dispone di informazioni circa la promozione o il perseguimento degli obiettivi di sostenibilità.
Per effettuare tali valutazioni il gestore si avvale non solo dei prospetti informativi, dei tracciati EET «European ESG Template», dell’analisi delle caratteristiche ESG dei singoli prodotti e delle informative di sostenibilità degli OICR, ma anche delle metriche di sostenibilità elaborate in via autonoma da info-provider specializzati, con il fine ultimo di sviluppare portafogli che abbiano valori quantitativi e qualitativi migliori rispetto all’indice di riferimento dichiarato (ad esempio con minori emissioni di gas a effetto serra). Di seguito si espongono le sopra citate sette linee proposte dalla Banca e per le quali è previsto che una specifica percentuale investa in OICR la cui strategia e politica considera almeno uno degli aspetti ESG:
Si specifica, infine, che i rischi di sostenibilità considerati possono variare a seconda della strategia di investimento e/o del tema di investimento del relativo comparto e che la promozione delle caratteristiche ambientali e sociali è realizzata dal gestore nell'ambito del perseguimento attivo della strategia d'investimento.
Nell'ambito del servizio di consulenza in materia di investimenti la Banca considera prioritario il tema della sostenibilità; per tale ragione ha integrato la considerazione dei fattori ESG nelle varie fasi del processo di erogazione del servizio alla clientela, dall'analisi del profilo di sostenibilità dei prodotti finanziari (product governance) al modello di consulenza.
I fattori di sostenibilità e i rischi a essa connessi sono integrati nelle logiche di definizione del modello di servizio, il cui catalogo prodotti garantisce la presenza di prodotti di risparmio gestito, anche sottostanti a prodotti di investimento assicurativi (noti come IBIPs), adeguati a soddisfare le eventuali preferenze di sostenibilità della clientela. Al fine di misurare e valutare le caratteristiche di sostenibilità degli strumenti finanziari appartenenti al listino di consulenza, la Banca si avvale non solo delle informazioni trasmesse tramite gli specifici tracciati (EMT «European MiFID Template» e EET «European ESG Template») dai produttori dei prodotti finanziari stessi, ma anche del dato di rating ESG elaborato da un info-provider specializzato. Sul punto si specifica, in particolare, che le informazioni circa le caratteristiche di sostenibilità veicolate dai produttori consentono di cogliere le specificità dei singoli prodotti e distinguere i prodotti privi di caratteristiche ESG da quelli ESG, e, con riferimento a questi ultimi, differenziarli tra prodotti ecosostenibili, sostenibili e che considerano i principali effetti avversi (cosiddetti PAI) sui fattori di sostenibilità. Invece, l’adozione del rating ESG, quest’ultimo da intendersi come il valore che sintetizza su una scala di 7 livelli l'esposizione della singola azienda in cui il prodotto investe ai principali rischi di sostenibilità considerando le specificità del contesto in cui la stessa opera e la misura in cui l'azienda ha sviluppato e adottato strategie adeguate a fronteggiare gli specifici rischi o opportunità – in affiancamento ai dati comunicati dai produttori - permette, in caso di coerenza delle informazioni, di rafforzare l’analisi del profilo di sostenibilità dei prodotti o, in caso opposto, di limitare il rischio di mis-selling.
Infine, per mitigare il rischio di sostenibilità nell’erogazione del servizio di consulenza alla propria clientela, la Banca esclude dal proprio catalogo di offerta gli investimenti caratterizzati da un rischio di sostenibilità elevato, ovvero i prodotti che, rientrando negli ultimi due livelli della scala di valore del sopra citato rating ESG, presentano esposizioni a società che non dimostrano un’adeguata gestione dei rischi ESG a cui sono esposti e che, conseguentemente, potrebbero risultare più vulnerabili al verificarsi di eventi avversi legati alle suddette tematiche.