Rinomato economista, docente universitario all'Università di Losanna, marchese genovese benestante, personaggio polemico al contempo stimato e temuto, Vilfredo Pareto sembra essere spinto dal continuo desiderio di cambiare il proprio cammino. Abbandona il mondo dell'industria e le bellezze di Firenze per dedicarsi completamente al campo dell'economia interna; quindi, tralascia gli studi di economia teorica pura per costruire pezzo dopo pezzo una "sociologia" esclusivamente sperimentale, in altri termini una scienza che non dipenda da giudizi di valore.

Disprezzando le sociologie che si autodefiniscono "umanitarie" e "metafisiche", oppure "cristiane" e "marxiste", rifiutando la propaganda e le ideologie, Pareto cerca di disperdere la "nebbia del non-senso" che avvolge la lotta politica e sociale. Disincantato, scettico, pungente, eccezionalmente colto e insaziabilmente curioso ma a volte anche incredibilmente naïve, goffo e testardo, Pareto è alla ricerca della chimera di una nuova scienza che, dopo aver cercato di dare il giusto peso al disperato e incessante bisogno dell'Uomo di giustificare la sua condotta, possa continuare a far luce sulle profonde ragioni che spiegano tale condotta e individuare i fattori che promuovono equilibrio o cambiamento nella società, determinando l'ascesa o la caduta delle classi dirigenti. Dall'imponenza delle sue opere, emerge un imponente quadro di abitudini, credenze, problemi, speranze e ricerche febbrili per la libertà.

Denigrato e adorato, oggi letto ma non citato, oggi parafrasato ma non letto, contestato da tutti, onorato da pochi, che comunque non lo hanno capito, Pareto è sicuramente uno dei padri della sociologia attuale: funzionalismo, strutturalismo, scelta razionale, teoria dell'azione, etnometodologia... fanno parte della sua discendenza illegittima.
di Giovanni Busino
Professore di Sociologia generale e Storia dell'analisi sociologica
all'Università di Losanna
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